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FLAUTOFONIE

Settant'anni fa John Cage lanciava la sua personale sfida alla musica contemporanea scrivendo una partitura per dirigere 4 minuti e 33 secondi di silenzio. L'avanguardia musicale del secondo dopoguerra procedeva spedita nel rivoluzionare i codici e i linguaggi, spingendo i confini della sperimentazione sonora, esplorando le potenzialità degli strumenti, ma anche di oggetti d'uso comune, mentre la musica elettronica allargava il proprio campo di ricerca e si dotava di strumentazione sempre nuova.
Nel solco di queste esperienze anti-accademiche, Demetrio Stratos si spingerà un passo più in là, ampliando oltre i limiti del pensabile le modalità espressive della voce umana e dell'apparato fonatorio, riuscendo a riprodurre un caleidoscopio sonoro di esorbitante varietà e ricchezza.
È sulla scorta di quest'eredità all'insegna dell'innovazione che prende vita FlautOFoniE - flow of escapism, il nuovo progetto di Gianluca Milanese, esperienza acustica totale e totalizzante, flusso sonoro costante che ingloba, rielabora e mette in contatto atmosfere e suggestioni della musica elettronica, la grande lezione di Cage e Stratos, insieme a temi originali dello stesso Milanese e improvvisazione su temi riconoscibili. Lo scopo è quello di lanciarsi nell'esplorazione ludica delle dimensioni del suono e delle potenzialità esecutive del flauto, sollecitando lo spettatore ad un ascolto "ragionato" e collaborativo. (A.S.)

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CROSSTALK

Cos’hanno da dirsi un flauto e un violoncello, due strumenti che, fuori del contesto classico, è decisamente inconsueto ascoltare in duo? Che tipo di alchimia può nascere da due registri lontani per timbro ed estensione, in apparenza difficili da conciliare?
È questa la curiosità da cui è nato Crosstalk. Dialoghi inattesi tra un flauto e un violoncello, il nuovo progetto musicale che vede insieme Gianluca Milanese, flautista eclettico che ha fatto della pratica di diversi linguaggi musicali la propria cifra stilistica, passando con sicurezza dalla musica antica, al jazz, al prog, e Marco Schiavone, violoncellista di solida formazione classica, che, all’impegno come orchestrale, ha di recente associato alcune collaborazioni nell’ambito della musica extracolta e popolare. Il background eterogeneo dei due musicisti è alla base di questa sorta di esperimento dialettico, che attinge dal catalogo musicale antico e moderno, giocando sulla complessità dei linguaggi e mirando a riformularli per adattarli alle voci dei due strumenti, impiegati nella pienezza del loro potenziale (nel repertorio ci sono anche alcuni brani inediti firmati da Milanese).
Crosstalk, infatti, è letteralmente dialogo incrociato ma, anche, nel linguaggio tecnico, interferenza: è questa la sfida che il duo ha deciso di raccogliere, tenere insieme i due strumenti sul filo sottile tra dialogo e alterco, incontro e ingerenza, accompagnandoli in uno scambio serrato che unisce, con sapienti contaminazioni, esperienze sonore diverse per epoca e per stile. (A. S.)

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CRIANZA suoni.a.Sud.


Le terre del Sud si contraddistinguono per una geografia sensoriale immediatamente riconoscibile quanto quella fisica, e che si sviluppa entro le coordinate di una speciale mappa sonora: in essa convivono, in eterna compresenza, gli smisurati silenzi della campagna riarsa dalla siccità e del bianco abbagliante delle case di calce, insieme con il brusio operoso dei lavoratori, e le voci stentoree che si rincorrono nei campi, e cantando pregano, amano, lottano.
Ed è proprio per riannodare i fili di questa mappa sonora che nasce Crianza, progetto musicale che vede insieme musicisti provenienti da esperienze artistiche eterogenee e dalla pratica di diversi linguaggi musicali, come emerge dall'architettura degli arrangiamenti.
Il flauto di Gianluca Milanese, abile nel trascorrere dalla musica colta all'improvvisazione jazzistica, incontra le sonorità classiche del violoncello di Marco Schiavone, ed entrambi dialogano con le sonorità mediorientali del variegato set percussivo di Vito De Lorenzi, che spazia dal tar alla tabla, mentre il timbro caldo e genuinamente popolare di Alessandro Podo Brunetti dà voce a brani della tradizione o di autori che questa tradizione hanno al meglio interpretato.
Sempre con "crianza", appunto, la buona educazione che si apprendeva in famiglia, e che si doveva mostrare in special modo con l'ospite, avendo riguardo di riservargli l'ultimo boccone della pietanza più ambita.
Allo stesso modo, Crianza vuole fare dono attraverso la propria musica di questa eredità senza tempo, il lascito imperituro di un popolo che con la medesima forza ha innalzato proteste e celebrato l'amore, e che ha accettato la sorte avversa e le angherie a testa alta, con fierezza e mai con sottomissione. (A.S.)